Most users ever online was 164 on 21/7/2015, 16:21
Come un bimbo guarda
in cielo una stella,
cercavo mia nonna e così mia madre
accavallava di illusioni le dita,
sulle mie,
un paio di metri nella direzione opposta.
Oggi il loro scoccare ha un suono
diverso. A casa mia un uomo
seppellisce il suo gemello
pochi minuti
prima di un'epifania estiva.
Lui era quello sbagliato
e mia madre un dio,
non che ora manchi:
ripudio quel nome e gli ossari,
il loro essere macabri
una decina di dita
più di me.
Ho confuso quel ragazzo
rientrando, di notte
per un uomo morto;
la differenza è in un passo
che non ha motivi ad accompagnarlo
né bande tristi di trombe
e vecchi amori, quelli che legano
le ossa.
Non ha nostalgia delle onde il mare
oggi è un'oncia bluètte
che questa città riveste di sassi.
Le tue voci sono un tonfo al cuore,
le tue mani aiuole,
lavanda e ruscelli di lava blu.
La notte ci imbroncia e tiene stretti
e siamo papaveri
affollati in campi celesti o neri.
Ché la forma non conta più qua dentro,
in culo a questi sogni
tanto informali da darci del tu...
Il mattino è uno scatolone di ragione e frollini, un cappuccino schiumato d'angoscia
e il tuo buongiorno.
Preferisco esporre la pelle ai raggi
ultravioletti, sono rosso, oggi
un fuoco, ché ho il cuore in fiamme:
amo il vento, la sabbia
(marrone)
due complici perfetti
e l'assenza dei cavi elettrici.
Potrei scrivere una poesia
sul bagnasciuga, ma sarebbe scontato
perché non farlo allora nell'acqua
nuotando come una rana
goffa.
Ci penserebbero le onde
a tutto il resto.
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