Il giorno prima della felicità

~ Erri De Luca

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    Lascio che le cose mi portino altrove

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    Titolo: Il giorno prima della felicità
    Autore: Erri de Luca
    Anno: 2009
    IBS>
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    ****
    La recensione di IBS>
    SPOILER (click to view)
    Don Gaetano indovina i pensieri della gente, senza volerlo. Evidentemente le persone hanno la testa troppo piena e qualche pensiero inevitabilmente sfugge, ma lui di solito non reagisce, sorride e tira avanti. La sua dote l’ha scoperta da ragazzo quando, uscito dall’orfanotrofio, si è imbarcato per l’Argentina e ha vagato per mesi nel deserto. Ma adesso che è vecchio e passa la giornata nella guardiola del palazzo in cui fa il portiere, la magia del fuoco, la passione e il furore della sua giovinezza sono solo ricordi. Don Gaetano insegue i pensieri, le perle di una saggezza antica e popolare che la sera, dopo aver mangiato un piatto di pasta e patate insieme a un bambino smilzo, vogliono uscire. Orfano anche lui, cresciuto in guardiola, lo Smilzo lo guarda con due occhi affamati di vita. Vuole sentire le storie della guerra, così come la mattina a scuola vuole imparare ogni singola parola che esce dalla bocca del maestro, vuole insomma prendere a piene mani la saggezza che Napoli, i suoi vicoli, il porto e i palazzi hanno da offrirgli.
    Don Gaetano continua a ripetergli “t’aggia’mpara’ e t’aggia perdere”, devo insegnarti tutto e poi devo perderti, ed in fondo è questo il fulcro del romanzo: è la storia di un ragazzo che si nutre della saggezza della sua terra fino a diventare finalmente grande.
    In queste pagine c’è tutta la poesia di una città “monarchica e anarchica” come Napoli, una città che vuole obbedire a un signore ma non vuole essere governata. C’è la guerra, l’amore, la morte. Il 1943 e le navi americane ormeggiate nel porto; la gente che si rivolta contro i tedeschi, lanciando vasi di fiori dalle finestre sui cingolati, costruendo bombe fatte in casa e rubando gli arsenali del nemico. C’è l’abbondanza del contrabbando, dopo la guerra, e la merce che passa attraverso le fognature per arrivare fino alle case più povere della città vecchia. Mentre Don Gaetano racconta, lo Smilzo impara a sentirsi parte di una moltitudine di persone. Vede gli uomini con una stella gialla staccata dalla giacca nascosti nei rifugi scavati nel tufo, conosce i loro libri e la loro dignità. Vede l’amore riflesso nei vetri chiusi delle finestre, lo vede crescere, perdersi e poi tornare più adulto e più folle. Scopre gli abbracci di Anna, una donna durissima e fragile, come tutte le donne di Erri De Luca.
    Lo Smilzo deve imparare e poi deve andare via, lontano, oltreoceano. Deve conoscere il segreto del fuoco, quello che gli fa indovinare la mano di carte del suo avversario, quello che fa alzare il cappello alla gente del vicolo quando lo incrociano per strada. Prima di andare via deve assaporare il gusto che si prova il giorno prima della felicità, quel giorno in cui tutto, improvvisamente, cambia.
    Un libro ricchissimo, capace di rapirci, capace di parlare di identità e sentimenti utilizzando le immagini e le parole degli uomini semplici. Un romanzo che è un tributo alla generosità civile di una città come Napoli e del suo popolo.




    Libro che mi è piaciuto moltissimo. Sono 130 pagine, scorre via che è un piacere.
    De Luca scrive in una maniera liscia, senza intoppi. Le sue parole scivolano e ti stregano... E sanno calmare. C'è una pacatezza di fondo in questo vecchietto magro magro. Mi piace da morire!
    Per quanto riguarda il libro... La trama è incentrata intorno a un palazzo di Napoli, dove due orfani di due generazioni diverse intrecciano le loro vite. Il più vecchio è Don Gaetano, che si prende cura del ragazzino senza nome che gli è stato affidato. Sul cortile si affaccia sempre una ragazzina misteriosa, e il nostro ragazzino - la scimmia- si fa forza cercando il suo sguardo sfuggente, fino a quando, di punto in bianco, la ragazzina scompare.
    Il ragazzino senza nome cresce, con gli insegnamenti di Don Gaetano, e si fa uomo.
    E' un racconto lungo, denso, in cui la storia narrata del popolo di Napoli che si ribella ai tedeschi si mescola con la vita incerta e curiosa del ragazzino...
     
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    CITAZIONE
    Don Gaetano è il portiere tuttofare di un grande condominio popolare nella Napoli degli anni ’50. Oltre alle doti manuali che lo rendono indispensabile ai condomini,ha la dote di saper leggere nell’intimo delle persone. Lo “Smilzo” è un orfano scontroso e silenzioso,che il singolare portinaio prende sotto la sua ala protettrice,e che deve il suo soprannome alla bravura che mostra nell’arrampicarsi su per muri e finestre. Lo Smilzo cresce accompagnato dai racconti di don Gaetano,in una Napoli offesa dalla guerra e dall’occupazione, ed imparerà dall’uomo maturo che l’esistenza è sfida e la strada per diventare uomo è irta di difficoltà.

    Questo libro ci regala intense emozioni,lo scrittore riesce a penetrare nei meandri dell’animo dei suoi personaggi. Credo che il significato recondito del libro sia anche questo:Napoli ha un cuore forte ,nonostante le tante batoste subite,ed è buono che De Luca scriva di ciò senza la retorica e gli stereotipi propri di certa prosa partenopea. La lingua usata è l’italiano filtrato dalla lingua napoletana. Dice don Gaetano:”l’italiano va bene per scrivere,dove non serve la voce, ma per raccontare ci vuole la lingua nostra”.

    www.iviandantidellamore.net/LIBRI%28archivio1%29.htm
     
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    Speriamo sia meglio di "Tu, mio".
    C'ho pure questo ma quello precedente non mi invoglia a proseguire.
     
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    Speriamo sia meglio di "Tu, mio".
    Non e' male per alcuni versi: io ero al mare, il romanzo era ambientato in una vacanza ad Ischia, gruppi di ragazzotti e fanciulle… e gia' aver come protagonisti adolescenti non mi esalta…
    Di buono e' che mi ha fatto ricordare che in qualche estate marina selvaggia, se vai sempre scalzo dopo una settimana i palmi dei piedi diventano una suola di cuoio.

    Anche la storia, ambientata fine anni '50 non era male.
    Un po' di ricordi della guerra, una ragazza scampata ai lager e poi casca l' asino …
    I turisti tedeschi in vacanza:
    dopo la guerra i tedeschi hanno fatto un' opera di rimozione totale del passato nazista.
    Figurarsi se un branco di tedescotti in vacanza, pur se sbronzo, si metteva a cantare l' inno delle SS.
    'sta trovata, pur se funzionale al racconto non ha alcun senso.

    Apparte questo, che e' il fulcro del racconto, il resto non e' neppure male.
    Non e' che sia proprio invogliato a leggerne altri, pur se disponibili in biblioteca (la mia).
    Serie B, voto 6-


    Bah no.
    Non e' meglio e' uguale.
    E dato che lo ha scritto 10 anni dopo vuol solo dire che prende per il culo in maniera vergognosa le sue ingenue giovani ammiratrici.
    CITAZIONE
    Prezzo: 13 euri ( quasi come le 23.000 Lire di Tu mio) . Folle per una cosuzza del genere.
    Ho visto che i suoi scritti o sono brevi o sono racconti.
    Bene: ci fa risparmiare tempo e lui guadagna il triplo.
    Per contro io questa robetta l' ho pescata in una casetta dei libri: costo zero. ( O in una bancarella ad un euro, non ricordo)
    E così vale il suo prezzo.

    Stesso luogo: Napoli invece che Ischia
    Stesso tempo: poco prima e poco dopo la fine della guerra.
    Stessi protagonisti: un giovane, una ragazza e un adulto che racconta le storie della guerra.
    Stessa menata adolescenziale: nel primo si guardano e capiscono, qua pure trombano ma sul come lasciamo perdere...
    Stessa vendetta del giovane protagonista: la' incendia la macchina ai nazisti e qua accoltella il guappo camorrista.
    Stessa cagata imbecille: la' i tedescotti che cantano l' inno delle SS , qua il giovane che viene mandato dal "mitico custode del palazzo, di Napoli , della napoletanita', del ricordo della guerra, della resistenza e di stamminchia" a fare il servizietto alla vedova del terzo piano che con la scusa di qualche riparazione si trombava il "mitico". E qua c'e' qualche leggera variante degna neppure di Avaro Vitali, in qualche versione il giovane sostituto del "mitico" scappa terrorizzato, in altre come qua ci sta e lascia fare alla vedova di mezza eta' sempre piacente ma alla lunga stancante (per il "mitico") . E dopo alcune prove, la prima volta con la ragazzina autistica ex bambina del quarto piano, lui e' imbranato totale e la vergine promessa al camorrista e' scafatissima.

    Alcune cose sarebbero pure carine , ma se la prima volta gli si poteva concedere una seconda chance qua no.
    E' un cialtrone che come Luca Goldoni che nei primi 6 libri era gradevole e nel settimo ha rimesso i racconti di prima; come De Crescenzo che in Socrate ha messo i capitoli di Storia della filosofia greca e O dialogoi.
    C'e' chi si fa prendere per il culo: io no.
    Serie B, voto 1.

    Edited by pv - 20/10/2019, 10:08
     
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4 replies since 7/7/2009, 07:56   136 views
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