Racconti crudeli

~ Villiers de L'isle-adam

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    Titolo: Racconti Crudeli
    Autore: Villiers De L'Isle-Adam
    Anno: ristampato da Mondadori nel 2011
    Editore: vedi sopra
    Pagine: 292
    Descrizione:La raccolta "Racconti crudeli" (1883) riunisce una serie di testi pubblicati da Villiers de l'Isle-Adam su riviste e giornali: brevi storie tra l'orrido e il fantastico, ambientate in scenari esotici o nella scintillante vita parigina, ricche di suggestioni esoteriche e riflessioni filosofiche contro l'idea di progresso, che denunciano in modo ora ironico, ora feroce, ora tormentato il mondo moderno, impregnato di naturalismo e positivismo, e lo squallore della società borghese, ottusa, ipocrita, devota solo al denaro e pronta a sacrificargli ogni sentimento, ogni bellezza. La prosa raffinata di Villiers, tanto ammirata dai contemporanei come Verlaine, Mallarmé, Maeterlinck, Yeats, diventa fertile terreno d'incontro di idealismo, occultismo, tradizione romantica ed estetica simbolista, e dà vita a quadri di profetica potenza nel descrivere le aberrazioni della cultura di massa, arrivando quasi ad anticipare i moduli della fantascienza. Con uno scritto di Paul Verlaine.



    Riportiamo alla luce uno dei più grandi - e contemporaneamente sottovalutati - scrittori di tutti i tempi: Villiers De L'Isle-Adam.
    Una scrittura raffinata ed estetica assieme ad uno stile elitario, non adatto alle masse, ma che gli procurò l'ammirazione imperitura di fini conoscitori quali Verlaine, Baudelaire e Mallarmé, sono gli elementi che caratterizzarono l'opera dell'aristocratico scrittore francese.
    Solenni scritti compongono la raccolta dei Racconti Crudeli, massima espressione del fantastico, in cui bellezza, ironia ed orrore si fondono indissolubilmente.
    Due sono i percorsi attraverso cui si districano i racconti crudeli: uno estetico-orrorifico, degno dei massimi lavori di Edgar Allan Poe, l'altro, che avrebbe trovato l'approvazione di Oscar Wilde, critico-ironico nei conforti della mediocrità e della società.
    E così non si può rimanere indifferenti di fronte a perle quali Vera (forse apice della raccolta) o Duke Of Portland, in cui il mistero, l'orrore e il sublime filtrano scandalosamente.
    Così come estremamente pungenti, specchio della mediocrità umana e della mancanze di gusto del pubblico e di chi specula sull'arte, appaiono in tutto il loro sarcasmo e la loro amarezza racconti quali Vox Popoli, La macchina per la gloria o Il più bel pranzo del mondo. Opere queste che mettono a nudo la meschinità del genere umano e le sue evidenti contraddizioni, nonché l'ipocrisia del mondo borghese, realtà profondamente disprezzata da Villiers De L'isle-Adam.
    Tutti temi cari all'autore non solo per un puro spirito di eccentricità, ma per reale convinzione interiore, supportata dal suo sprezzo per l'incomprensione da parte del pubblico.
    Ed è questa una caratteristica che accomuna i grandi, l'Arte per l'Arte, la ricerca del sublime senza compromessi di sorta o mercificazione della propria opera.
     
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