L'Isola della Noce Moscata

~ Giles Milton

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  1. MagentaLips
     
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    nocemos
    Titolo: L'isola della Noce Moscata (Nathaniel's nutmeg)
    Autore: Giles Milton
    Anno: 2001
    Editore: BUR Rizzoli
    Pagine: 373
    Descrizione: nell'Europa tra il Quattrocento e il Seicento, l'età delle grandi scoperte geografiche, le spezie erano più preziose dell'oro e, fra le spezie, la più ricercata era il seme della noce moscata. Per secoli, tutta la noce moscata consumata nel mondo proveniva da un remoto e inaccessibile atollo vulcanico dell'arcipelago indonesiano, l'isola di Run. Il libro di Milton racconta leavventure eroiche, bizzarre, ignobili, crudeli di esploratori e pirati,coltivatori e mercanti che cercarono di raggiungere e conquistare questa vera isola del tesoro.


    Un libro che mi ha attratta da quando l'ho adocchiato nei meandri del web, e non a torto: lettura scorrevole e più appassionante di tanti romanzi, racconta della strenua ricerca delle potenze del '600 di una rotta verso le isole delle Spezie, le drogherie, spinti da sete di denaro e di scoperte. Così si passa dai tentativi di raggiungere e superare, invano, il passaggio a nord-est, cercando di coronare il sogno di "tagliare" per il Polo Nord (avessero saputo quant'è lunga per di là, non ci avrebbero nemmeno provato), all'insalubre aria dei mari d'Indonesia, non mancando mai di descrivere quanto la vita di mare, accompagnata da scorbuto, malattie, cibo e acqua razionati, stipendi trattenuti, si intrecciasse indissolubilmente con la morte. Così come ci si intreccia la battaglia che due grandi Nazioni dell'epoca, Inghilterra e Olanda, hanno combattuto fino al paradossale per un pugno di isolette, fazzoletti di terra immerse nel blu dei mari del sud, ma tanto ricche da esser state la loro stessa rovina.
    Pecca forse di aver molto poco attinto a fonti olandesi rispetto a quanto l'autore si sia basato sui diari inglesi. Ne esce fuori un ritratto impietoso di olandesi perversi ed inclementi, probabilmente veritiero, ma ho i miei dubbi sulla "bontà d'animo" britannica che per contrasto ne risulta.

    In spoiler allego un estratto del mio commento anobiiano, sennò si capisce "la fine" :P
    L'epilogo mi ha lasciata perplessa:
    "[gli odierni nativi di Run] neppure sanno che la loro patria [...] fu un tempo considerata uno scambio vantaggioso con un'altra isola molto diversa -Manhattan- dall'altra parte del globo.
    Eppure non si scompongono quando spieghiamo il crudele colpo che la fortuna ha inferto loro, felici di trascorrere i loro giorni su questo atollo intatto e sconosciuto. Perché, anche se le loro lattiginose televisioni permettono di dare uno sguardo all'America, ti diranno che la vista dalle loro finestre è infinitamente più bello dello scintillante profilo di Manhattan. "
    Quale crudele colpo? Il fatto di non essere infine diventati, nonostante secoli di lotte, colonie dell'Impero Britannico? Di essere rimasti in mano agli olandesi, e non aver conosciuto la gloria di ospitare megalopoli al pari di New York... con i nativi cacciati nelle riserve e il paesaggio divenuto irriconoscibile? O forse il crudele colpo inferto all'arcipelago delle Banda è stato invece esser stata vittima della sua ricchezza naturale, litigato da due popoli che, entrambi illegittimamente, accampavano diritti su una terra tirando le sue redini come un burattinaio fa con i fili delle sue marionette?
    Non so cosa avesse voluto intendere Milton, ma io dico che ai Bandanesi, alla fine, è andata bene così.


    Edited by MagentaLips - 1/9/2012, 00:39
     
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    Senti, com'è questo libro? Cioè, potrei prendermelo? Potrebbe piacermi? (Potresti prestarmelo?)
     
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  3. MagentaLips
     
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    CITAZIONE (°Ln @ 16/12/2012, 10:36) 
    Senti, com'è questo libro? Cioè, potrei prendermelo? Potrebbe piacermi? (Potresti prestarmelo?)

    È tipo troppo bello e si legge d'un fiato; puoi prendertelo; secondo me ti piace (te lo presto gif )
     
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    Grazie Magy Mag!

    Letto anche io anche se un po' a rilento, devo dire che non ha assolutamente deluso le aspettative. L'ho trovato molto interessante, anche se come Letz ho rilevato l'eccessiva attenzione alle fonti inglesi, mentre credo manchi quasi totalmente uno studio sui diari olandesi: ne risulta una grave sproporzione, i nederlandesi sono dipinti come crudeli e poco amati, pirati sanguinari capaci di violenze aberranti e odiatissimi dalle popolazioni locali (che invece avrebbero accettato a buon viso di sottomettersi all'Inghilterra).
    Un ulteriore difetto che ho trovato è stato quello che, passando da una spedizione alla successiva, per un certo tratto le date si sono accavallate e rincorse in ordine non strettamente cronologico, ma comunque poco male dato che l'ordine era tematico. Comunque ho fatto una gran confusione!! Avrei apprezzato uno schema di qualche tipo :P
    A parte il mio caos mentale, confermo il fatto che il libro tratti in maniera piuttosto scorrevole un argomento molto interessante e una questione che a tutt'oggi dibattuta e aperta. Di sicuro getta un po' più di luce sugli eventi accaduti in quei meravigliosi mari lontani.

    Per quanto riguarda lo spoiler di Mag
    anche io ho trovato assolutamente fuori luogo l'epilogo, il paragone che si viene formando lungo tutto il libro tra le Banda e Manhattan. Mi è sembrato un accoppiamento del tutto inadatto, sgradevole e assolutamente poco calzante...
    Non so inoltre quanto l'accordo di spartizione tra Run e Nuova Amsterdam abbia avuto, in concreto, il valore che l'autore vuole dargli: del resto già prima i mille accordi fatti sono stati semplicemente ignorati a fini di comodo, da entrambe le nazioni.


    Edited by °Ln - 3/4/2013, 12:14
     
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3 replies since 31/8/2012, 20:46   187 views
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