Punto Omega

~ Don DeLillo

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    Lascio che le cose mi portino altrove

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    Titolo: Punto Omega
    Autore:Don DeLillo
    Anno: Point Omega, 2010) (tr. Federica Aceto, Einaudi, 2010)
    Pagine:118
    Descrizione:
    ibs
    New York. Un giovane aspirante cineasta chiede a un noto studioso che per anni ha fatto il consulente del Pentagono di registrare un video in cui raccontare la sua esperienza. Un video-confessione, sospetta lo studioso, che si nega, recalcitra, sfugge, ma alla fine invita il cineasta in un posto perduto nel deserto, in California, non lontano da San Diego. Sarà per qualche giorno, si dice il giovane. Trova un biglietto economico e parte. Ma lo studioso non vorrà concedere alcuna ripresa. Desidera solo che l'altro gli stia accanto, in un posto troppo vasto, indifferente e bellissimo in cui i tramonti non siano che un essenziale cambiamento di luci e dove l'unica cosa che accade sia il tempo. Non il passare del tempo, ma il tempo come percezione essenziale di ogni singolo istante. È una prova generale dell'amicizia. Ma come tutto ciò che è essenziale, anche questa specie di tempo è un sogno troppo superbo per l'essere umano che esiste proprio perché dimentica il tempo. Qualcuno, qualcosa verrà da fuori, da news e traffico, sport e meteo, a riportare i due in città. A riportarli nel mondo dei compromessi, delle responsabilità individuali, dei precari affetti. Il punto omega è stato immaginato dalla fisica più metafisica. Suoi attributi sono che è sempre esistito, è personale e unisce il creato in forme sempre più complesse, è trascendente, è libero da limitazioni di spazio e di tempo, e deve offrire la possibilità di essere raggiunto.
     
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    A me come libro non è che abbia fatto proprio impazzire. Mi è saputa piuttosto interessante la riflessione già affrontata da Dan Simmons in tutta la saga di Hyperion, anche se con nomi diversi: comunque entrambi si fanno alle teorie di Tehilard de Chardin!
    Qui ovviamente è affrontata in maniera più che diversa, è un romanzo di un genere totalmente diverso e anche lo stile e l'obbiettivo sono palesemente altri. Resta il fatto che non sono "riflessioni originali", per certi versi ho sentito il peso della mia saga preferita incombere su questa leggera, scorrevole e breve lettura.
    Comunque la narrazione è interessante e mi ha stimolato anche e soprattutto da un punto di vista linguistico, tanto che ho deciso di provare a leggere le altre opere di DeLillo che mi incuriosiscono direttamente in inglese. Per restare sul romanzo (è difficile...), rimane talmente oscuro e inconcluso da sembrare quasi un frammento: anche se è inimmaginabile l'opera più grande che potrebbe racchiuderlo e concluderlo.
     
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