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Titolo: Amsterdam Autore: Ian McEwan Editore: Einaudi Data di Pubblicazione: 1998 ISBN: 9788806183387 Pagine: 172
Trama È lecito distruggere un uomo politico, sia pure spregevole e privo di scrupoli, attaccandolo sui segreti più intimi della vita privata? E un grande artista, per difendere la propria ispirazione, è autorizzato a ignorare una persona che sta rischiando la vita? Amsterdam è il palcoscenico ideale di una buffa e terribile resa dei conti, "una tragicommedia in cui nessun personaggio è amabile" che, con piacevole e insieme graffiante ironia, ci interroga sul valore di alcune scelte etiche fondamentali. Con questo romanzo Ian McEwan ci regala una sinfonia breve e grottesca sull'odio e la vendetta. Feroce e leggera, la penna di uno dei più grandi scrittori inglesi contemporanei ci trascina abilmente in un appassionante racconto che ritrae il deserto morale di fine millennio. Nel 1998 il romanzo ha vinto il prestigioso Booker Prize.
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Lascio che le cose mi portino altrove
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Iniziato ieri sera, mi ha già rapito. Io con McEwan ho sempre questo effetto di totale assorbimento.... Vi farò sapere!
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McEwan ha un modo di scrivere che mi rapisce completamente, però per la seconda volta mi trovo perplessa. Così come non sono rimasta del tutto soddisfatta di Solar anche qui mi trovo con una sorta di amarezza sul finale... Amsterdam, Amsterdam. Mi è saputo un po' di... spreco. Una costruzione perfetta, un equilibrio nelle scene... Personaggi tondi, vanagloriosi, umani. Ognuno col suo lato oscuro da coltivare, col suo personale ego monumentale che s'infrange con la realtà... e la distorce... Un crescendo inquietante e sempre più tetro, una sorta di spirale del delirio, con personaggi avulsi in se stessi e sempre più incapaci di relazionarsi... Fino poi a una discesa brutale, un po' sconnessa, grottesca... Stonata... Deludente nel punto in cui avrebbe dovuto dare la stoccata finale.
Edited by °Ln - 27/7/2017, 15:44
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McEwan ha un modo di scrivere che mi rapisce completamente, però per la seconda volta mi trovo perplessa. Così come non sono rimasta del tutto soddisfatta di Solar anche qui mi trovo con una sorta di amarezza sul finale... Amsterdam, Amsterdam. Mi è saputo un po' di... spreco. Una costruzione perfetta, un equilibrio nelle scene... Personaggi tondi, vanagloriosi, umani. Ognuno col suo lato oscuro da coltivare, col suo personale ego monumentale che s'infrange con la realtà... e la distorce... Un crescendo inquietante e sempre più tetro, una sorta di spirale del delirio, con personaggi avulsi in se stessi e sempre più incapaci di relazionarsi... Fino poi a una discesa brutale, un po' sconnessa, grottesca... Stonata... Deludente nel punto in cui avrebbe dovuto dare la stoccata finale.
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Devi leggere Cortesie per gli ospiti... a me a spiazzato completamente
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Concordo in pieno... Il finale mi ha lasciato del tutto spiazzata quasi come se avesse scritto in fretta trovando la prima fine che gli è saltata in mente. Sul modo di scrivere non si può dire nulla e secondo me raggiunge il suo apice in L'amore fatale.
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