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Titolo: Destinazione stelle (La tigre della notte)
Autore: Alfred Bester
Anno: 1956
Editore: Mondadori
Pagine: 242
Descrizione:
"Era un'età dell'oro, un'epoca di sublimi avventure, di vite ricche e morti rognose... ma nessuno lo pensava. Era un futuro di grandi fortune e ruberie, di saccheggi e rapine, di cultura e vizio... Ma nessuno lo ammetteva. Era un'epoca di estremi, un affascinante secolo di mostruosità." E in quel tempo Gully Foyle stava morendo. Per l'esattezza, moriva da centosettanta giorni a bordo di un relitto lasciato a marcire nello spazio. Ma nel venticinquesimo secolo l'uomo è capace, con la sola potenza della mente, di spostare il proprio corpo da un luogo all'altro. E il primo a sperimentare questa facoltà, che sembra preludere ad armi psichiche dagli effetti sconvolgenti, è proprio Foyle, assetato di vendetta e pronto a trasformarsi da manovale qualunque in una sorta di semidio dell'odio. Intorno a lui Bester disegna il ritratto di un mondo magnifico e crudele come il Rinascimento dei Borgia, in questo romanzo del 1956 che ha anticipato la fantascienza cyberpunk.
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Nella Sfida sci-fi, categoria fantascienza hard.
Mi è piaciuto, e l'ho trovato più moderno e "fresco" dell'epoca in cui è stato scritto, un po' grottesco in alcuni punti ma bello vivace nella narrazione. Ho trovato in giro che è definito da molti come "Il Conte di Montecristo" della fantascienza, ma sinceramente mi sembra un paragone stiracchiato. La parte che mi è piaciuta meno è stata il finale (per un attimo mi è sembrato di tornare a Memorie di uno Squalo), ma temo di non averlo afferrato a pieno...
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Biting's excellent.
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Sarà un classico della fantascienza degli anni d'oro e, probabilmente, quando lo lessi la prima volta mi piacque pure... ma, al momento attuale, l'ho trovato confusionario, con personaggi odiosi e situazioni spesso al limite della credibilità.
Le idee di base e molte cose descritte sono entrate di certo nell'immaginario collettivo, ma più volte ho dovuto chiudere per il fastidio, sia per lo stile che per la storia narrata.
Purtroppo, più passa il tempo, più le cose gradite ad una prima (lontana) lettura risultano essere grosse delusioni.
2 / 5.
